Abbiamo incontrato Marco Salviati, Coordinatore del Gruppo ANS, Associazione Nazionale Service, il gruppo interno a ASAL Assoallestimenti  che si occupa di servizi audio-video

Chi è un service? Di cosa si occupa esattamente? Quali sono i problemi quotidiani che deve affrontare? Lo abbiamo chiesto a Marco Salviati, Coordinatore del Gruppo ANS, Gruppo interno ad ASAL Assoallestimenti che si occupa di servizi multimediali e audio-video legati al mondo degli eventi, dello spettacolo, delle fiere. Ne emerge una grande vicinanza alle problematiche degli allestitori, e una forte volontà di crescere per delineare meglio un ruolo chiave per il mondo delle esposizioni.

Allestire – Parliamo un attimo di ANS, spiegando le motivazioni che hanno portato alla sua costituzione e gli obiettivi che si prefigge.

BOM_6900Marco Salviati – Qualche anno fa, Alfio Morelli di Sound e Light ha proposto di raggruppare una serie di service, soprattutto dell’area romana, emiliana e milanese, per creare un riferimento coerente per il settore. Il primo incontro si è tenuto a Bologna, e in quell’occasione i partecipanti hanno deciso di riprendere l’associazione nata negli anni ‘80, Associazione Nazionale Service, che per diversi motivi non era mai decollata. Volume ha subito sposato questa iniziativa, e visto che era un associato Asal, si è pensato di poter diventare un gruppo che grazie ad Asal potesse essere inserito in un contesto più ampio e importante: Asal è infatti membro di FederlegnoArredo, che a sua volta è all’interno di Confindustria, dunque potevamo anche noi avere alle spalle un sistema forte che potesse far valere la propria voce ai vari tavoli di discussione con i ministeri e le istituzioni.
La proposta è stata accettata, e in una successiva riunione a Milano abbiamo creato questo gruppo all’interno di Asal che manteneva il nome dell’originale associazione: ANS. Lo scopo è quello di dare valore a tutto quello che è il nostro lavoro. I service sono aziende nate per la maggior parte tra gli anni ‘70 e ‘80, ma non hanno una uniformità di struttura: alcune sono iscritte alla camera di commercio come commercianti, altri come metalmeccanico, altri come settore televisivo. La mancanza di unitarietà si riflette anche nella tipologia di target che viene servito, dunque con regolamenti e riferimenti diversi. Il gruppo si propone dunque come obiettivo primario di ridare uniformità e un’identità ben precisa al settore, facendo emergere le competenze e le professionalità uniche che possiamo offrire. È una realtà di lavoro vera, che però spesso viene confusa e associata a una serie d professionalità meno specializzate.
Un altro aspetto che ci sta a cuore è quello della sicurezza. Negli ultimi anni, a causa di alcune affinità, siamo stati accomunati al mondo dell’edilizia, e dunque dobbiamo rispettare tutte le norme che regolano un cantiere edile, e questo spesso crea alcune problematiche che come gruppo cerchiamo di individuare, codificare e dunque proporre la soluzione più idonea.
In questi anni il nostro lavoro si è concentrato su questi punti, cercando di acquisire sempre nuovi associati, per avere una visione sempre più completa delle problematiche e un maggiFinmeccanica-2-2011or peso in fase di trattativa, arrivando oggi alle 60 aziende iscritte. Purtroppo oggi abbiamo una rappresentatività buona per quanto riguarda il nord e il centro Italia; abbiamo tentato di coinvolgere anche i services del sud, ma sembra che vogliano creare un gruppo indipendente. È un peccato, perchè solo creando un fronte compatto e unitario potremmo avere un peso significativo nel creare regolamenti e strumenti di lavoro più adatti alle nostre esigenze, mentre con la dispersione delle risorse faremo sicuramente più fatica. Nonostante questo crediamo molto nel nostro impegno e nel nostro ruolo associativo, e continuiamo a fare incontri e seminari per spiegare a tutti i nostri obiettivi e il valore di diventare un gruppo ampio, numeroso e rappresentativo.
Sul fronte sicurezza abbiamo innanzitutto creato incontri e tavoli di confronto con i nostri interlocutori diretti, vale a dire i direttori di produzione, che rappresentano il nostro cliente di riferimento, e le cooperative di servizi, che sono i fornitori del personale tecnico, per evidenziare i punti critici del nostro lavoro. Dopo di che abbiamo cominciato a fare incontri con le istituzioni. Abbiamo ad esempio incontrato i responsabili di Asl Milano, con i quali abbiamo iniziato la stesura di un decalogo che fosse univoco per quanto riguarda le documentazioni da produrre in cantiere, che sono ancora oggi differenti da città in città. Parallelamente Asal ha incontrato, INAIL e il Ministero del lavoro, e da questa serie di incontri lo scorso anno abbiamo finalmente ottenuto il ‘Decreto Palchi’, all’interno del quale abbiamo potuto esprimere alcune valutazioni e dare indicazioni per poter lavorare meglio. Il Decreto ora è nella fase di revisione biennale, nella quale verranno individuati i problemi e potranno essere presentate le modifiche da apportare. ANS e Asal hanno quindi programmato una ulteriore serie di incontri con i diversi nostri interlocutori per poter fare una valutazione oggettiva del Decreto ed elaborare quindi i suggerimenti per una modifica unitaria e chiara per poter lavorare meglio.

Allestire – Ma i punti ‘caldi’ per il vostro settore quali sono?

Marco Salviati – Sicuramente quelli legati alla documentazione da produrre in cantiere per quanto riguarda la sicurezza, appunto. Senza contare che per i piccoli contratti, il costo delle documentazioni e dei requisiti di sicurezza spesso sono superiori al budget destinato all’organizzazione dell’evento, e quindi i service fanno molta fatica ad accettare lavori medio-piccoli e tutelare qualità e sicurezza del lavoro.
I service inoltre, lavorano, ad esempio, quotidianamente con una catena di sub-appalti, e i regolamenti attuali non contemplano, nel caso di appalti pubblici, il passaggio dei permessi alle imprese in subDepositphotos_7445062_original-appalto, e questo chiaramente rappresenta un problema non da poco per noi.
La mancanza di una chiarezza in questo senso porta anche a una difficoltà ulteriore circa le responsabilità, avendo spesso una catena di interpreti ognuno con i propri ruoli e compiti, ma nessuno di fatto investito in modo univoco e chiaro delle responsabilità nei confronti delle istituzioni.
Se parliamo del settore, sicuramente la crisi ha condizionato molto le scelte e le possibilità dei service, vedendo la riduzione del numero degli eventi e dei budget sempre più piccoli. Come Associazione non possiamo chiaramente intervenire sulle singole scelte delle aziende, ma credo che lavorando sulla semplificazione delle documentazioni e sulla possibilità di lavorare in modo più trasparente possiamo dare un aiuto concreto anche a livello economico per rendere i nostri service ancora più concorrenziali senza rinunciare alla qualità e alla professionalità.

Allestire – In Italia abbiamo visto molti tentativi di creare una manifestazione di riferimento per il mondo dello spettacolo. Come mai nessun evento è riuscito a imporsi e a diventare un riferimento per il settore?

Marco Salviati È vero, abbiamo visto il succedersi di molte manifestazioni, ma la crisi degli ultimi anni ha sicuramente condizionato molte scelte. Nonostante il continuo miglioramento delle componenti tecniche e tecnologiche i service, penalizzati anche dalla crisi, non hanno fatto investimenti significativi. Inoltre non abbiamo avuto vere rivoluzioni sul prodotto. La parte audio di fatto è fermo da parecchio tempo; per le luci l’avvento del LED impone sicuramente un rinnovamento dei materiali, la il tutto avviene con relativa calma proprio per la difficoltà delle aziende a operare investimenti rilevanti. La parte video sta diventando significativa, ma a parte service iper specializzati le nostre aziende coprono di solito tutti gli aspetti e le richieste per un evento, dunque audio, luci, video, strutture… In questi tempi diventa forse più semplice affidarsi ai singoli specialisti che non dover fare investimenti che coprono le diverse tipologie di prodotto.
La nostra specializzazione inoltre riguarda anche il tipo di committente che andiamo a servire: c’è chi lavora con i comuni, chi con i privati o le aziende, chi realizza i grandi concerFinmeccanica-21ti e chi lavora prevalentemente con le fiere. In questo senso dunque la specializzazione de tipo di attività e di cliente porta a fare delle scelte precise anche negli investimenti. In associazione abbiamo di fatto tutte queste tipologie e competenze.

Allestire – Asal per avere maggiore forza. Ma quali altri motivazioni ci sono?

Marco Salviati – Con Asal alla fine abbiamo subito avuto una coincidenza di interessi. Molti service, tra cui la stessa Volume che rappresento, erano già associate ad Asal. Il nostro lavoro spesso si integra con il lavoro degli allestitori, ci completiamo a vicenda, e parlando con gli allestitori era chiaro che avevano e hanno le stesse problematiche dei service, in primo luogo la sicurezza e le documentazioni da portare per cantieri e appalti.
Ma anche sui problemi pratici quotidiani, lavorando spesso sugli stessi contratti, magari ‘ignorandoci’, nel senso che noi interveniamo dopo che loro hanno predisposto le strutture. Essere parte di Asal ci ha permesso di conoscerci meglio, e abbiamo trovato molti punti di contatto e aspetti anche pratici su cui potevamo trovare accorgimenti e soluzioni in comune, e devo dire che il dialogo con i soci Asal è sempre stato costruttivo e positivo.

Allestire – Non possiamo non parlare di Expo…

Marco Salviati – Expo è stata una grande occasione persa. Avevamo tutti grandi aspettative, anche perchè avevamo fatto molti incontri con istituzioni, Fiera Milano, organizzazione Expo e erano stati fatti progetti e ‘promesse’ sui diversi lavori da fare durante l’evento. Asal, per esempio, proprio in funzione del progetto Expo, aveva elaborato una sorta di agenda da offrire a tutti i Paesi coinvolti indicando per ogni associato le competenze, le dimensioni e le specializzazioni. Un grande lavoro, che però alla fine non ha portato praticamente a nulla. QualcunoPapa in Expo ha lavorato, ma sono stati casi sporadici, e ogni paese si è portato i propri partner o si è affidato a grandi gruppi internazionali. Il bilancio purtroppo è stato negativo, e molte aziende che in Expo vedevano un’opportunità per ripartire nonostante la crisi, ora che tutto è finito stanno purtroppo operando scelte dolorose, alcune definitive.

Allestire – Un accenno doveroso anche a Volume

Marco Salviati – Volume è una realtà storica nel panorama dei service, che lavora molto al nord Italia e ha un parco clienti importanti e diversificati. Qualche hanno fa è stata acquisita da un gruppo romano, che già aveva una struttura specifica nel mondo degli allestimenti, e con Volume ha potuto creare una sinergia forte per coprire tutte le fasi di lavoro, potendoci proporre come solution maker anche a livello internazionale.

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