Massimiliano Vaj, presidente Asal, fa il punto sull’attività associativa del 2015 e illustra il percorso di crescita dell’associazione

Il 2015 volge al termine ed è tempo di bilanci. Con Massimiliano Vaj, presidente di Asal Assoallestimenti, cerchiamo di fare un primo bilancio dell’anno dell’Expo e toccare i punti caldi su cui l’associazione sta lavorando.

Allestire – Parlare del 2015 significa necessariamente parlare di Expo. Come valuta la manifestazione e che contributo ha potuto dare il settore?

Massimiliano Vaj – Avevamo grandi aspettative su Expo. Purtroppo non è stato un evento positivo per gli allestitori italiani. A parte poche aziende, che hanno potuto esprimere la propria professionalità a livello di singoli, è mancata la possibilità di creare un sistema a disposizione dei paesi stranieri, e di fatto abbiamo visto una forte presenza dei grandi gruppi internazionali, soprattutto dei costruttori e dei general contractor, escludendo di fatto le aziende di allestimento italiane. Un peccato doppio, visto che i dati dell’osservatorio FLA sul sistema legno-arredo mostravano interessanti cenni di ripresa, indicando per la prima metà dell’anno un segno positivo anche per fiere ed eventi. L’unico dato positivo che Expo ha generato, infatti, è stato quello di concentrare nel periodo antecedente il semestre la maggior parte dei grandi eventi fieristici pluriennali: molti saloni di caratura internazionale hanno infatti rivoluzionato il loro calendario e nel 2015 si sono tenuti ben 5 saloni di rilevanza mondiale in Italia. Dunque l’indotto c’è stato, anche se dobbiamo sottolineare che non tutti hanno rappresentato un vantaggio per il nostro comparto. Faccio l’esempio di Itma, una manifestazione importante, che tornava a Milano dopo 18 anni, dove però le aziende italiane hanno lavorato molto meno del previsto, con una forte presenza di allestitori stranieri o di imprese straniere in sub-appalto. Un peccato.

Allestire – E per il prossimo futuro?

Massimiliano Vaj – Non ci sono delle prospettive particolarmente brillanti a livello economico, anche perchè la concentrazione dei grandi eventi nel 2015 di fatto ha impoverito il calendario 2016. Tuttavia ci sono dei risvolti positivi, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza e le nuove indicazioni di contratto previste dal Job Act.
Sulla sicurezza devo sottolineare il grande lavoro che è stato fatto da Asal in sinergia con FLA per la definizione di ruoli e responsabilità, che per il nostro settore si è tradotto nel Decreto Palchi del 2014. Un documento attuativo che ci ha visti al tavolo delle istituzioni e con la possibilità concreta di poter indicare parametri e indicazioni. Di fatto il Decreto sancisce che l’allestimento viene ancora equiparato ai regolamenti di cantiere, quindi con tutta una serie di certificazioni e attestati costosi per le aziende per poter lavorare con istituzioni ed enti. Ma offre anche eccezioni e deroghe, e questo è già un importante passo avanti per poter svolgere al meglio il nostro lavoro. Oggi il Decreto è nel biennio delle osservazioni: la prossima primavera verranno raccolte eccezioni, suggerimenti e indicazioni per le modifiche da apportare al documento definitivo, e stiamo lavorando con i nostri consulenti ed esperti per rendere questa normativa ancora più utile e chiara da interpretare.
Certamente c’è ancora molto da lavorare, soprattutto in considerazione che in molti Paesi stranieri esistono norme specifiche e dunque ci sono difficoltà diverse per i nostri allestitori che vogliono lavorare in questi Paesi. Inoltre, viste altre esperienze passate, molto spesso il biennio di revisione porta a dei cambiamenti peggiorativi della norma, e questo è un aspetto che cercheremo a tutti i costi di evitare.

Allestire – Parlava del Job Act. Era l’oggetto del Workshop che avete tenuto lo scorso 11 dicembre…

Massimiliano Vaj – Esattamente. Per il nostro workshop annuale abbiamo voluto evidenziare alcuni punti critici che il Job Act di fatto ha introdotto soprattutto per quanto riguarda i contratti di lavoro a tempo determinato e le possibilità di sub-appalto. Abbiamo invitato un avvocato del lavoro e due commercialisti che hanno illustrato i casi più significativi e le modifiche più rilevanti, come ad esempio la possibilità di sub-appalto e di distacco del lavoro, che hanno regole oggi molto diverse dal passato e implicano dichiarazioni e responsabilità contributive diverse in entrambi i casi. Un aspetto poco conosciuto ai nostri associati e agli operatori del settore, che potrebbe veramente dare l’impulso per un nuovo volto del comparto ma anche dell’intera filiera. Asal, in questo senso, ha aperto una sorta di canale privilegiato per raccogliere casi singoli e problemi incontrati dai soci, per creare una casistica più generale e dunque poter offrire, tramite esperti, risposte univoche e concrete da applicare.
Ma non solo. Gli allestitori oggi utilizzano contratti molto diversi tra loro. Il 40% dei nostri associati, ad esempio, usa il contratto nazionale del legno, mentre altri usano quello del commercio, quello dei servizi, e via dicendo. Ognuno chiaramente offre vantaggi e svantaggi, ma testimonia comunque una mancanza di omogeneità anche in questo senso, e si ripercuote chiaramente anche sulle possibilità che ogni contratto nazionale offre in questi casi specifici (quote e eccezioni per lavori temporanei, apprendistato, distacco dal lavoro, sub-appalto).
Il contratto legno, inoltre, è in scadenza il prossimo anno, e insieme a FLA stiamo cercando di tracciare un profilo più chiaro e integrato di filiera, da presentare a istituzioni e sindacati, per avere anche a livello di contratto nazionale parametri specifici per la nostra attività e per poter quindi tutti lavorare meglio. Il mondo di riferimento sta cambiando, e anche i sindacati nazionali comprendeono che anche il mondo del lavoro deve cambiare, per essere flessibile pur tutelando al massimo i lavoratori. Siamo fiduciosi in questo senso.
asalonline.com

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