Inaugurata la nuova esposizione permanente progettata e realizzata dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci per scoprire gli strumenti e il lavoro di chi esplora l’infinitamente piccolo
Ha aperto al pubblico lo scorso 13 luglio, Extreme. Alla ricerca delle particelle, la nuova esposizione permanente, la prima in Italia, progettata e realizzata dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci in partnership con CERN – Organizzazione europea per la ricerca nucleare e INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
L’esposizione permette di gettare uno sguardo su un ambito di ricerca affascinante, che esplora la trama della materia nelle sue componenti più infinitesimali. In questa indagine dei mattoni fondamentali del nostro universo, oggi il lavoro di migliaia di scienziati da tutto il mondo converge attorno a grandissime strutture dotate di macchinari sempre più potenti e sofisticati.
Extreme svela ciò che accade all’interno dei laboratori del CERN e dell’INFN, due dei più grandi istituti di ricerca che svolgono esperimenti legati alla fisica delle particelle. Oggetti, anche di grandi dimensioni e di valore storico, insieme a installazioni multimediali e interattive caratterizzano l’esperienza del visitatore.
“Per il Museo è di grande importanza favorire il dialogo tra scienziati e cittadini” dichiara Fiorenzo Galli, Direttore Generale del Museo “anche sui temi della ricerca fondamentale. È una responsabilità, oltre che una sfida complessa, aver deciso di dedicare alla fisica delle particelle – e progettato direttamente – un’esposizione permanente per pubblici diversi, lavorando con enti di ricerca d’eccellenza quali CERN e INFN. Da domani centinaia di migliaia di persone all’anno saranno coinvolte nell’esperienza di visita di una esposizione originale che descrive ricerche, risultati e modelli di lavoro in cui la scienza italiana gioca un ruolo così decisivo”.
“Milano non è solo il luogo dove sono cresciuta” dichiara Fabiola Gianotti, Direttore Generale del CERN “ma anche la mia Alma Mater e occupa un posto speciale nel mio cuore. È quindi una grande gioia per me partecipare all’inaugurazione di questa bellissima mostra sulla fisica delle particelle. È stato un piacere per il CERN aver contribuito in collaborazione con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci e l’INFN alla creazione di una mostra originale che spero possa essere una fonte d’ispirazione per tutti coloro che la visiteranno”.
“Con la preziosa e sensibile collaborazione del CERN e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Extreme” dichiara Stefania Giannini, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca “ha il merito di spiegare al grande pubblico nazionale e internazionale l’importanza della ricerca di base e il suo forte legame con ogni scoperta scientifica utile per la conoscenza e per la società. Abbiamo bisogno anche dei musei scientifici per divulgare e promuovere tra i cittadini la bellezza della scienza come chiave del progresso umano e soprattutto per coinvolgere le nuove generazioni nella costruzione di questo progresso, anche in settori spesso affascinanti quanto ignoti. Ancora una volta emerge la qualità della ricerca italiana e questo governo vuole sostenerla con una scommessa sul capitale umano, sulle infrastrutture di ricerca e su una sburocratizzazione della figura del ricercatore”.
Il racconto espositivo parte dal concetto di traccia, intesa come l’elemento che permette di riconoscere e ricostruire un evento che non è possibile osservare direttamente. Come molte altre discipline scientifiche – dall’archeologia alle scienze forensi – anche la fisica delle particelle si basa sull’osservazione delle tracce. Il percorso prosegue con gli strumenti utilizzati dai fisici per trovare le tracce delle particelle, i rivelatori. Attraverso l’esperienza in prima persona, l’esposizione permette di sperimentare il “silenzio cosmico” inseguito dai ricercatori sott’acqua o sotto terra, luoghi estremi in cui spesso gli esperimenti portano a posizionare i rivelatori. Un’area racconta anche la quotidianità dei fisici, degli ingegneri e dei tecnici che lavorano agli esperimenti. Tre diverse installazioni interattive presentano lo stato attuale di conoscenza delle particelle subatomiche e due temi ancora oggetto di studio e dibattito: l’esistenza della materia oscura e di extradimensioni.
Una parte rilevante dell’esposizione è dedicata agli acceleratori, gli strumenti che permettono, facendo collidere le particelle a energie sempre maggiori, di creare nuove particelle e nuove tracce da esplorare. In quest’area è protagonista LHC, il grande anello acceleratore attualmente in uso al CERN.
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Una mostra interattiva
Lo studio d’arte digitale Streamcolors, specializzato nello sviluppo di software in real-time, nell’uso del 3D e delle arti generative, ha creato e progettato – per l’esposizione permanente Extreme. Alla ricerca delle particelle – l’installazione interattiva DARK MATTER, che cerca di spiegare l’esistenza della materia oscura, tema ancora controverso e discusso, e come questa influenzi il movimento delle galassie.
A Streamcolors è stata affidata la sala dedicata alla Dark Matter, la materia oscura, una materia – come dice lo stesso aggettivo – ancora dalle caratteristiche ignote, misteriosa e allo stesso tempo affascinante che costituisce apparentemente gran parte della materia dell’universo. Partendo dall’ipotesi che sia proprio la materia oscura a influenzare la velocità e i movimenti delle galassie e a garantire e mantenere la loro stabilità, Streamcolors con una installazione touchscreen e una videoproiezione, ha reso visibile e interattiva questa teoria, facendo ciò che gli riesce meglio, ossia utilizzare un tool da videogioco e metterlo al servizio di un contesto totalmente differente, in questo caso la scienza. Giacomo Giannella e Andrea Boschetto, rispettivamente art director e technical director di Streamcolors con alle spalle anni di produzione di importanti videogiochi, hanno sviluppato un sistema particellare interattivo e parametrico in grado di generare una galassia in modo da rappresentare la relazione tra le forze della materia oscura e il movimento delle galassie.
Hanno modificato e personalizzato il motore grafico di Unreal Engine 4 di Epic Games, una casa di sviluppo di videogiochi americana, adattandolo alle esigenze del Museo della Scienza e della Tecnologia. Ogni visitatore potrà fisicamente, attraverso l’uso di un touch screen, variare lo stato della materia oscura e quindi influenzare la stabilità della galassia. Da una situazione di stabilità iniziale in cui la materia oscura è omogeneamente distribuita, ognuno potrà decidere se aggiungere materia oscura applicando una forza alla galassia fino anche a farla collassare oppure al contrario disperderla, facendo perdere velocità di rotazione alla galassia e portandola quindi pian piano alla distruzione.
Streamcolors ha dato vita a un sistema innovativo e dinamico, utilizzato qui per la prima volta al mondo, che non costituisce solo una mera rappresentazione di una galassia, ma consente di creare una evoluzione e di documentarne il cambiamento nel tempo e nello spazio, ossia in tempo reale. Un sistema dunque dalle potenzialità infinite che, modificando semplicemente i parametri e le impostazioni iniziali, può essere utilizzato in differenti contesti scientifici e non solo a livello didattico o ludico, ma anche per studio e ricerca.
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