Le indagini sono utili per capire l’andamento di un mercato. Ma sono da vedere con criticità perché le fonti non sempre sono compatibili

L’indagine svolta da Inprint 2016 è molto interessante (articolo di pagina 36/37). In tanti punti corrisponde all’attuale situazione di mercato. Ma in fondo si tratta di un’indagine, una cosa astratta che lascia sempre domande aperte. Crederci o no, parzialmente o tutto?! Da dove provengono i dati, in quanti sono stati intervistati, su quale mercato? Corrisponde anche al mercato italiano? A quello artigianale o solo industriale? Domande su domande che finiscono in una confusione totale che infine non aiutano per farsi una propria opinione.
Questo sondaggio 2016 di InPrint Décor è stato fatto su incarico di InPrint – fiera dedicata esclusivamente alle tecnologie di stampa industriale e svolta da I.T. Strategies, TCM Conference Management e IMI Europe. Le macrotendenze evidenziate dalla ricerca InPrint Décor sono state realizzate sul coinvolgimento di 103 player del settore in tutto il mondo con l’obiettivo di fornire agli addetti ai lavori della stampa industriale una panoramica sulle principali sfide, opportunità e potenzialità di crescita nel campo dell’arredamento e della decorazione di interni.
Questa indagine si focalizza sul campo dell’arredamento e della decorazione di interni e alla domanda sull’area con più potenziale gli intervistati hanno fornito risposte multiple. Questo suggerisce che ci siano opportunità numerose. Ora ci aggiungiamo qualche chicca made in Italy con domande e risposte ad alcuni esponenti del nostro settore per capire fin dove l’indagine incontra la realtá del nostro mercato italiano.

 

1. Indagine Inprint: un mercato off-line dalla piccola tiratura che utilizza le tecnologie flatbed e roll-to-roll esistenti…

 

Uno stampatore ha chance di inserirsi in questo ciclo industriale? Ha un suggerimento che potrebbe agire come “leva” per convincere un’industria a delocalizzare queste produzioni in outsourcing? Potrebbe essere la cultura industriale dei grandi numeri? La mancanza di know how della tecnologia digitale? La minimizzazione del rischio d’investimento che di contro ha la sostituzione nel caso funzionasse?  

_dsc88732Paola Mortara di Fenix DG – Uno stampatore di piccole/medie dimensioni ha l’opportunità di inserirsi in un ciclo di stampa industriale proponendo lavorazioni particolari che “solletichino” l’interesse delle grandi aziende. Soprattutto in questa fase iniziale di crescita e studio della stampa digitale in nuovi mercati lo stampatore ha la possibilità di affiancare l’industria nello sviluppo di nuovi progetti, di fare insomma le veci del reparto R&S. Può arrivare a questo risultato facendo conoscere le tecnologie che utilizza e le applicazioni realizzabili con esse. Infatti l’industria potrebbe non trovare (per ora) vantaggioso investire in macchinari sconosciuti e nella training del proprio personale, ma potrebbe preferire l’ousourcing presso stampatori già esperti nel tipo di lavorazione da sviluppare.

giovanni-reGiovanni Re di Roland DG – Il ciclo produttivo industriale tipico prevede di produrre e distribuire ai punti vendita assortimenti di prodotti, nella speranza che qualche cliente li acquisterà. Il cambio di paradigma è dovuto alla personalizzazione dello stesso prodotto, ossia rispondere ai desideri di un cliente particolare in quanto non vogliono più scegliere da un catalogo o da una esposizione ma hanno le idee molto chiare su ciò che vogliono. Occorre trasformare la vecchia catena d’offerta in una catena a richiesta. Oggi il cliente si accontenta di quello che trova a catalogo ma appena scopre che qualsiasi manufatto può essere personalizzato questa opzione farà scatenare la sua voglia di unicità.
In questo momento storico l’esecuzione della personalizzazione è declinata ai nostri artigiani stampatori che si ritrovano a elaborare singolarmente esigenze di clienti particolari, alcune volte facoltosi in quanto questa richiesta deriva da chi non ha problemi economici. Ogni cliente è unico e tutti hanno diritto ad avere esattamente ciò che vogliono al prezzo che sono disposti a pagare. Per il resto il prodotto standard diventa ordinario, meno appetibile, e i produttori si sono accorti di questo.

walter-banoWalter Bano di Canon Italia – Sicuramente l’opportunità di inserirsi con un’offerta qualificata esiste, specie in quei settori di mercato nel quale il digitale è ancora in fase emergente. Dividerei i mercati dove questa tecnologia è matura ed è stata già ampiamente adottata nei processi produttivi industriali, come ad esempio la ceramica, da altri settori come ad esempio le applicazioni digitali di stampa diretta al servizio dell’interior design. Certo la domanda non si crea da sola: serve fare “cultura” sulle possibilità applicative, dove vendor e stampatori digitali mettano insieme le forze per ispirare Architetti e Designer sulla personalizzazione digitale delle loro opere. Ad esempio, Canon ha partecipato ad Inprint Milano in partnership FPE d’Officina proprio con questo obiettivo.
2. Indagine Inprint: Il 75% degli intervistati ritiene che la tecnologia del getto d’inchiostro svolgerà funzioni che l’analogico non è in grado di espletare, ma non è destinata a soppiantarla completamente.

 

Quali per esempio potrebbero essere queste funzioni attualmente forse sconosciute alle aziende industriali? Come le potrebbe presentare uno stampatore all’industria?

Paola Mortara di Fenix DG – La grande industria potrebbe non conoscere quelle caratteristiche delle stampanti digitali attualmente sul mercato idonee alle grandi produzioni ed agli standard industriali. Pensiamo ad esempio al gran numero di materiali stampabili, alla adesione degli inchiostri digitali sui supporti, alla durabilità nel tempo e, ultimo ma non meno importante, il grado di sostenibilità raggiunto. Per esperienza possiamo dire che molte grandi aziende si interessano ai macchinari per la stampa digitale normalmente pensati per il mercato delle arti grafiche, sia per inserirle nella produzione sia nella prototipazione. In entrambi i casi potrebbe essere interessante per lo stampatore proporsi all’industria come fornitore di servizi per produzioni ad hoc.

Giovanni Re di Roland DG – Nelle modalità di creazione di un prodotto personalizzato ci sono degli elementi che integreranno la stampa digitale nel flusso di lavorazione. Per far questo bisogna che ci sia un cambio di mentalità. Innanzi tutto serve un processo attraverso cui un’impresa interagisce rolltofreefall_hplatex1500direttamente con i clienti per determinare ciò di cui hanno bisogno e poi passare alla produzione, parlo di configuratori con interfacce semplici e a portata di smartphone. Nell’ambito produttivo, non basta produrre grandi quantità, questa verrà fatta nelle stessa aziende con le tecniche standard che cercano velocità di produzione estreme, molto difficili da eguagliare con la nostra stampa digitale. Il “trucco” potrebbe essere quello di usare i negozi di vendita come piccoli sistemi produttivi. Usare piccole tecnologie che consentono la personalizzazione dove ogni cliente ricava il proprio valore personale in modo indipendente. Lo stesso negozio può preparare e presentare in modo diverso, a clienti diversi, beni standardizzati arrivati dall’industria.

Walter Bano di Canon Italia – Questa può essere l’impressione con le attuali conoscenze. Dal mio punto di vista, l’evoluzione degli inks e delle tecnologie digitali di stampa avrà sviluppi ad oggi non prevedibili. Non dimentichiamoci che anche la tecnologia 3D-4D è inkjet. Canon ad esempio sta annunciando una nuova tecnologia di stampa inkjet proprietaria UV gel, destinata a stravolgere in mercato della stampa roll to roll e le cui possibilità applicative per il mondo industriale sono molteplici.
3. Indagine Inprint: Ciò che certo, è che l’integrazione del getto d’inchiostro nella produzione dei rivestimenti per pavimenti o della carta da parati è impegnativa e richiederà tempo e investimenti.
 Gli impianti analogici sono molto più costosi di quelli digitali sia in termini di investimento iniziale che in termini di necessità di spazio. Un impianto digitale potrebbe essere quantificato con un investimento pari al 20% rispetto a uno analogico. Come si potrebbe interpretare questa affermazione che l’integrazione di tecnologia digitale è impegnativa e richiederà tempo?

Paola Mortara di Fenix DG – Per la nostra esperienza l’integrazione del digitale nei processi analogici per la produzione di rivestimenti e carte da parati è già avvenuto con successo. L’analogico rappresenta i grandi numeri, i costi contenuti, la manodopera artigianale, concetti profondamente radicati nell’industria italiana, mentre il digitale rappresenta la flessibilità, bassi costi di produzione quasi indipendentemente dalla quantità, la velocità e un tipo di manodopera completamente diversa,arizona_6170_xts-top-fsr-2 con competenze meno meccaniche. I processi industriali, in questo caso per la stampa analogica, (ma, in generale, qualsiasi processo) sono per definizione complicati e macchinosi: la stampa digitale in confronto risulta facile e lineare. Quindi, ci chiediamo, l’industria italiana è pronta a rivedere i propri procedimenti, non solo in termini di macchinari, ma anche di forza lavoro? E’ questo il cambiamento per il quale serviranno tempo ed impegno.

Giovanni Re di Roland DG – Le grosse aziende si stanno già trasformando in digitale con costi elevati per la customizzazione dei sistemi integrati basati sulla stampa digitale. Per quanto riguarda lo stampatore, anche lui deve prepararsi a questa evoluzione. Deve fornire la propria esperienza alle grosse aziende che hanno bisogno di personalizzazione. Le stesse aziende che non hanno personale con la cultura della stampa digitale e che potrebbero avere nei nostri artigiani un partner importante per far si che questo modello di business venga adottato e messo in atto nella maniera meno indolore per tutti.

Walter Bano di Canon Italia – Questa affermazione in realtà non tiene conto dei fondamentali sviluppi che, il mercato della stampa dedicata all’interior decoration, sta evidenziando in modo sempre più marcato: ne è un esempio la tendenza alla personalizzazione dei rivestimenti in carta da parati. In questo senso il digitale offre molteplici vantaggi e rappresenta una realtà con sviluppi impressionanti. E’ per questa ragione che l’integrazione della tecnologia digitale costituisce un fattore necessario e immediato, oltre che capace di portare con se incredibili opportunità di business. Tutto ciò è dimostrato dal fatto che per anni si è guardato alla carta da parati come ad un elemento decorativo “old style”, mentre la decorazione digitale consente ai designer (anche di alto livello) di valorizzare ambienti sia ad uso abitativo che nel pubblico, come ad esempio negozi, ristoranti, hotel ecc. personalizzando e valorizzando gli ambienti. Il tutto naturalmente sotto l’egida del “green application”, trattandosi di interiors.

 

4. Indagine Inprint: L’arredamento industriale di piccola tiratura rappresenta quindi un’opportunità fondamentale.

 

Chance per il nostro settore? Argomenti come Design individuale, tiratura on-demand, configurazione digitale, configuratore e visualizzatore 3D con vendita online, consulenza specifica tecnica… potrebbero fare parte di servizi aggiuntivi per creare nuovi mercati per gli stampatori?

Paola Mortara di Fenix DG – Sicuramente è il momento per gli stampatori di cavalcare l’onda della curiosità/diffidenza dell’industria nei confronti della tecnologia digitale. Un punto di incontro tra le due parti potrebbe essere la creazione di piccole tirature, non così economicamente rilevanti da spingere l’azienda ad acquistare la tecnologia, ma con molte prospettive di crescita per il futuro. Il settore dell’arredamento è molto legato alle tendenze e le grandi case propongono linee stagionali così come le griffe di moda, di conseguenza ciascuna collezione dovrà distinguersi nettamente dalla precedente, ma sarebbe economicamente insostenibile adattare o ricreare ogni volta un impianto analogico vista la grande richiesta di variantature e i volumi sempre più ridotti per ogni singola progetto. Di conseguenza, qualsiasi opportunità di customizzazione lo stampatore possa offrire sarà sicuramente interessante per l’industria.

Giovanni Re di Roland DG – Da una parte l’industria si sta dotando o si è già dotata di tecnologie innovative basate sulla stampa a getto d’inchiostro con prodotti di stampa creati per quella nicchia specifica. Macchine a costo altissimo che hanno in comune, con le stampanti usate dai nostri stampatori, solo la stessa base tecnologica. Le stampanti digitali a getto d’inchiostro attuale, quelle usate dai nostri amici stampatori, sono generiche e come tali hanno delle limitazioni di qualche tipo. A volte la velocità, altre volte i materiali stampabili o ancora la chimica di determinati inchiostri.
La personalizzazione è sempre stata un costo. Pretendere che si arrivi allo stesso costo di una produzione di massa richiederà del tempo. Chi prima si immetterà in questo ciclo prima raccoglierà i frutti di questa terza rivoluzione industriale.

Walter Bano di Canon Italia – Come accennavo in precedenza, questo segmento rappresenta un’ottima opportunità di crescita per gli stampatori, specie perché ad oggi non ci sono le masse critiche affinché designer e produttori si attrezzino direttamente.

Hs/ki6

fenixdigitalgroup.com – rolanddg.it – canon.it

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