La sostenibilità e l’ecologia non sono solo una moda di tendenza ma iniziano ad essere un concetto condiviso e richiesto da un pubblico sempre più vasto. Anche nel design
Il mondo della decorazione e del design da diversi anni si confronta con le diverse tendenze moda che, con importanza diversa, influenzano la nostra quotidianità. Quello dell’ecologia, della sostenibilità, del “green” sono termini che hanno iniziato a circolare inizialmente come una moda, ma ultimamente hanno superato l’aspetto più superficiale per radicarsi in modo profonda nella consapevolezza e nella coscienza. In parole povere: se prima era “eco” perchè faceva vendere di più, oggi vendo di più perchè è “anche eco”. Abbiamo chiesto ad alcuni protagonisti del mondo del design e dell’architettura sostenibile di raccontarci come stanno vivendo l’attuale momento di mercato e quali prospettive di sviluppo prevedono a medio e breve termine.
Allestire – Valutazione sul mercato italiano (andamento, raffronto con l’anno precedente e prospettiva per il 2017)
Architetto Giovanni Rivolta, socio fondatore di A4Adesign – Mercato consolidato con un andamento costante che riflette i risultati dell’anno trascorso.
Alice Brusadelli, sales manager Giordano Bui – L’anno appena concluso ha avuto un andamento più o meno simile a quello dell’anno 2015 e speriamo che anche il 2017 si riveli un anno con le stesse potenzialità.
Architetto Giorgio Caporaso, titolare Lessmore – Sicuramente la situazione del mercato interno non è rosea, però il marchio Lessmore ha tenuto e rispetto all’anno scorso anche migliorato. Per il 2017 ci saranno sicuramente ancora delle difficoltà, perché le situazioni non possono modificarsi in maniera significativa così repentinamente, ma sicuramente il futuro va guardato e affrontato con ottimismo, cercando di trovare le soluzioni per migliorare sempre di più. Le sfide sono anche stimolanti.
Davide Paganotti, titolare Davide Paganotti – L’andamento rispetto all’anno precedente è stato pressoché stabile; per il 2017 ci sono prospettive di crescita legate al mercato estero.
Chiara Zizioli, titolare Zizioli+Lorenzini – Più che una valutazione sul mercato italiano possiamo riportare quello che, per la nostra esperienza, è l’andamento della richiesta: l’interesse per il nostro prodotto, ovvero design sostenibile e realizzazione artigianale con materiale riciclato, si sta dimostrando in grande misura da parte di privati, cosa che un paio di anni fa non era così determinante. Ed è in questa direzione, nella realizzazione di ambienti e oggetti per le case di tutti, anche dei più giovani, che ci stiamo muovendo.
Allestire – L’aspetto eco è ancora trainante o viene considerato un plus se supportato da aspetti quali prestazioni tecniche e design?
Giovanni Rivolta – A nostro avviso per alcuni settori l’aspetto eco è ancora trainante, mentre in altri (come il fashion) è determinante l’aspetto estetico e il design.
Alice Brusadelli – Sicuramente l’aspetto deve essere supportato da qualità e prestazioni tecniche del prodotto. Sinceramente credo che il boom del “green” si sia leggermente attenuato rispetto a qualche anno fa. Nel Retail, dove negli anni passati le grandi aziende erano disposte ad investire di più per avere un supporto ecologico e riciclabile, oggi notiamo display che potrebbero essere realizzati in cartone prodotti purtroppo con materiali plastici più economici.
Nell’arredo entra in gioco un altro aspetto. In Italia il cartone è considerato un materiale povero, quasi sempre associato al concetto di riciclo. Il cartone alveolare è invece un prodotto di alta qualità con un processo di produzione complesso e automatizzato e ciò può far si che il prezzo del prodotto finito, di design o meno, si scontri con l’idea di materiale povero e poco durevole che l’utilizzatore finale può avere in mente.
Giorgio Caporaso – Per Lessmore l’aspetto eco non è mai stato scorporato da altri aspetti ed è sempre stato interpretato come una componente di un sistema più complesso dove prestazioni tecniche, funzionalità e design ne fanno parte. Così come il design non è mai, secondo noi, la sola progettazione di un aspetto puramente formale o di stile, ma è invece un approccio progettuale più ampio, facente parte di un complesso sistemico di parametri che devono equilibratamente partecipare tutti insieme a costruire le caratteristiche formali di un prodotto.
Davide Paganotti – Lo è ancora, ma il design la fa da padrone e le prestazioni tecniche, soprattutto se legate al mondo hi-tech e all’internet of things possono costituire un valore aggiunto che avrà sempre maggiore importanza nei prossimi anni.
Chiara Zizioli – Per noi resta un aspetto importantissimo e ancora trainante: più di una volta l’interesse nei nostri confronti da parte del cliente privato è dettato dalla sincera volontà di fare un acquisto sostenibile, ecologico e locale.
E anche quando non è richiesta, la nostra proposta di lavorare con materiale di riciclo è sempre e comunque ben accolta.
Allestire – Cosa serve al settore per fare un ulteriore salto di qualità?
Giovanni Rivolta – Continuare ad investire sul design.
Alice Brusadelli – Sicuramente più informazione e consapevolezza da parte degli stampatori e delle agenzie di progettazione per quanto riguarda la gamma dei supporti rigidi disponibili.
Molto spesso ricevo richiesta di informazioni da parte dagli utilizzatori/stampatori/progettisti a fronte di una specifica richiesta del cliente finale.
In tanti dunque non conoscono il cartone alveolare, non lo utilizzano e quindi non lo propongono ai loro clienti. Sarebbe invece molto importante che fin da subito da parte del progettista venisse data la possibilità di realizzare display e arredo con prodotti di qualità vicini all’ambiente.
Giorgio Caporaso – Serve quello che è fondamentale a tutti i settori per fare il salto di qualità: ricerca, sperimentazione e avere risorse per farle e… crederci! Secondo noi la soluzione giusta per affrontare le sfide ambientali future non è tornare indietro ma anzi andare avanti, con la ricerca e la sperimentazione. Per questo motivo bisogna sempre esser curiosi in tal senso e guardarsi intorno, e quando possibile poter provare e sperimentare l’utilizzo di nuovi risultati e scoperte che vendono da altri ambiti. Penso a nuovi materiali, a nuovi sistemi ma anche ai nuovi servizi che vendono ideati e introdotti nel nostro sistema sociale. Oltre che nuove esigenze e problematiche. Per fare un esempio: rispetto ad anni fa nella nostra vita si presentano tendenzialmente più trasformazioni e modifiche, in tempi più brevi, dei nostri spazi (abitativi, di lavoro, espositivi, etc etc) ed i sistemi di arredo ed espositivi della Ecodesign Collection già dalla loro nascita sono stati studiati per potersi adattare e trasformare anche in base alla nostre nuove esigenze. Oltre che aver introdotto la possibilità della sostituzione e modifica delle finiture e la riparabilità sulla maggior parte dei suoi prodotti. Per le nuove sfide future, e in particolare quelle ambientali, bisognerebbe a nostro avviso poter avere sempre più risorse per la ricerca, interpretando queste risorse non come spese ma come investimento per il futuro. Quello che diciamo sempre è che la Ecodesign Collection è un punto di partenza, e nuovi partner che possano aiutarci a percorrere questa via, con maggiori risorse che logicamente da sola Lessmore non può permettersi, sono ben accetti.
Davide Paganotti – Serve sinergia, soprattutto per le piccole realtà.
Chiara Zizioli – Una parte faticosa del nostro lavoro è quella del recupero di materia prima (scarti industriali e casalinghi, soprattutto legno) da riciclare e reinventare nei nostri progetti. Uno sforzo teso a rendere più facile questa fase e più accessibili le risorse da riciclare sarebbe decisamente un salto di qualità.
Allestire – Osservazioni (tema per voi fondamentale per il prossimo futuro)
Giovanni Rivolta – Ci auguriamo di incontrare altri committenti che ci permettano di sviluppare progetti innovativi e interessanti.
Giorgio Caporaso – Sono ovviamente temi che non può affrontare una piccola realtà ma ovviamente sono aspetti che possono affrontare e risolvere solo grandi realtà ed istituzioni, magari anche in una proficua e illuminata collaborazione tra pubblico e privato. Bisognerebbe riuscire a ricreare un nuovo clima di fiducia ed entusiasmo, in modo che con fiducia (e nuovi ideali) si possa guardare al futuro, con la speranza anche di poterlo migliorare, che è l’aspetto base essenziale perché si possa tornare ad investire in nuove attività e le persone possano ritornare ad acquistare, con l’augurio di una trasformazione verso un nuovo approccio green e sostenibile, privilegiando chi va verso questa direzione.
Davide Paganotti – Continuare a lavorare con prodotti di qualità prodotti interamente in Italia.
Chiara Zizioli – Un po’ per attitudine personale e un po’ per crescita professionale, a noi diverte sempre accettare nuove sfide e mescolare diversi ambiti di studio: dal design in senso stretto siamo passati all’applicazione del nostro sapere in contesto cinofilo, immaginando e costruendo attrezzi e giochi per il lavoro con i cani, collaborando con esperti e imparando molte cose. Questo filone non è per nulla esaurito, ed è in questa direzione che continueremo a muoverci, ma con la volontà nel tempo di realizzare strutture utili e divertenti anche per bambini.