Se il cliente ha oggetti tridimensionali e li vuole decorare potrebbe prendere in considerazione la sublimazione 3D
Per decorare oggetti tridimensionali si può optare anche per il wrapping, il water transfer printing o cubicatura, la tampografia. Ma anche l’aerografia sarebbe una soluzione interessante. Tutti hanno i loro pro e contro. Sulle pagine precedenti abbiamo analizzato la termoformatura che ha come punto di partenza la formatura di un materiale a foglio termoformabile e precedentemente stampato che con il procedimento a caldo assume la forma tridimensionale.
La sublimazione
Un’altra tecnica per decorare oggetti tridimensionali è la sublimazione 3D. Si tratta di un procedimento che permette la decorazione di oggetti, stampi, prototipi tridimensionali già finiti. Il procedimento tecnico può sembrare molto simile alla termoformatura perché tutti e due lavorano con vacuum e calore. Ma diverso è il punto di partenza: con il primo parto da un materiale a foglio precedentemente stampato che viene formato tramite calore e pressione per ottenere la forma desiderata. Il secondo invece mi da la possibilità di decorare oggetti tridimensionali solidi – Nylon, Pet, Corian, legno, plastica e altri materiali resistenti fino a una temperatura di 160°Celsius – avvolgendo un film precedentemente stampato con inchiostri dye sublimation tramite stampanti inkjet piezo e termoformabile tramite vacuum, trasmettendo – sublimando – il soggetto grafico tramite calore sul soggetto tridimensionale. La ditta Policrom Screens S.p.A. fornisce i materiali e le tecnologie.
Il materiale
Il materiale Polijet 3D è un film in poliestere termoformabile metallizzato e pre-trattato per renderlo stampabile con inchiostri sublimatici e tecnologia inkjet; il trattamento consente, dopo la stampa, di trasferire l’immagine su un oggetto di qualsiasi forma, grazie ad un processo di vacuum e di trasferimento termico tra i 140° e 160° Celsius. La termoformatura serve per garantire la perfetta aderenza del film all’oggetto da stampare, e quindi il perfetto trasferimento della stampa sull’oggetto stesso, con una resa qualitativa nettamente superiore a quella conseguibile con una carta transfer per la sua perfetta aderenza agli oggetti con forme irregolari e con fessure sottili.
I film Polijet sono disponibili in rotoli da 40 metri o in scatole da 100 fogli in diverse altezze standard e ce ne sono di 4 tipologie. Il Polijet 3D è la versione standard mentre il 3D 200 con uno spessore di 200 micron è più grosso del primo. Una carta transfer durante il processi di ‘avvolgimento termico’ formerebbe facilmente pieghe. Il film Polijet 3D 200, il più resistente della gamma, ha le caratteristiche per evitare eventuali rotture causate da spigoli e asperità durante la messa sotto vuoto ottendo una perfetta aderenza agli oggetti da decorare.
Il Polijet 3D Plus è indicato per un’asciugatura istantanea e inferiore consumo di inchiostro rispetto alle altre versioni ma è anche adatto per ambienti di lavoro con molta umidità.
La Polijet 3D RS invece riduce al minimo la possibilità di formazione di bolle facilitando la fuoriuscita dell’aria.
Se si devono decorare oggetti delicati come p.e.un casco che subirebbe una deformazione durante il processo di sublimazione – per via della temperatura di oltre 100° e la pressione del sotto vuoto – bisogna realizzare un telaio di sostegno che potrebbe essere in legno o in alluminio. La scelta del materiale viene preso in base ai quantitavi da produrre e dalla velocità di produzione che bisogna raggiungere. Certo che quello in legno avrà un costo minore ma è anche meno performante di un telaio in alluminio rivestito di silicone.
L’attrezzatura
E qui si apre una grande incognita. Giorgio Bisutti, titolare della Policrom Screens S.p.A.
spiega che le macchine finora proposte erano della Almagesto srl. Ma l’azienda si è ritirata dalla produzione di forni per termoformatura e ora si è a studiare soluzioni alternative con altri partner tecnologici.
Ci sono ancora alcuni forni in magazzino per soddisfare imminenti richieste. Ma anche qui bisogna iniziare a fare delle valutazioni importanti perché il mercato della sublimazione 3D in questi ultimi anni è imploso. Bisutti spiega: ”il grande business della sublimazione su p.e. cover di smartphone – quella dei grandi quantitativi si intende – si è spostato in Cina avendo costi di produzione minori. Rimane ben poco per aziende italiane se non si sono creati la loro nicchia per produzioni on-demand come la cover singola o le 2, 3 o 10 cover per un gruppo ristretto di utenti. I lavori corporate – la banca, l’azienda industriale, il marchio di moda – per centianai o migliaia di copie solitamente vengono svolti all’estero.”
La Policrom Screens S.p.A. consiglia per una tecnologia entry-level – quindi per un operatore che vorrebbe fare i primi passi in questo segmento di mercato – i forni della ditta cinese Sun Fly con macchinari dedicati per varie tipologie di applicazioni. Per macchine industriali l’azienda é in stretta collaborazione tecnica con Orma Macchine – azienda specializzata nella produzione di presse industriali – per continuare a soddisfare la corrente richiesta. Si tratta di macchinari più grandi con investimenti a partire da 30.000 Euro. Ma i mercati che si aprono sono parecchi: potrebbe essere il servizio di personalizzazione conto terzi per l’industria o la realizzazione di un linea individuale per accessori di moto, auto, arredo, moda.
Ragionamento finale
Il filone delle cover per smartphone si è prosciugato. Fino a poco tempo fa sembrava un mercato interminabile – e lo è in effetti – ma la produzione viene spostata in paesi con minor costi di mano d’opera. Quindi la strada per un azienda europea finisce qui. Ribadiamo: bisognerebbe ragionare in modo strategico. Non è la sola tecnologia a portare a buon termine un progetto. Ci vogliono idee nuove o prodotti reinventati e presentati in altra forma. Ci vuole coraggio per decidere e ci vuole la follia per intraprendere percorsi diversi dalla concorrenza. Tutto questo è abbinato a un grande rischio. Ma fare impresa è rischio… altrimenti lo farebbero tutti!
Hs/ki6