Il soft signage, cioè la stampa tessile per uso pubblicitario, può essere un valido ampliamento del portafoglio aziendale. Valutiamola!
Le fiere ITMA in novembre 2015 a Milano e la Heimtextil svoltasi in gennaio 2016 a Francoforte ci hanno illustrato la fortissima evoluzione del settore tessi
le verso la personalizzazione di piccoli quantitativi. Il settore della Comunicazione Visiva – cioè la nostra stampa digitale – è predestinato a fare parte di questa evoluzione e dovrebbe riuscire ad assicurarsi una parte di questa fetta di mercato che si sta aprendo. Ovviamente solo se… non manchiamo di attenzione per capire e seguire i trend, le tecniche e le tecnologie.
Uno dei procedimenti più diffusi sia a livello industriale che artigianale per la stampa su supporti tessili è il procedimento sublimatico. La stampa sublimatica venne sviluppata nel 1957 dal francese Noel de Plasse che scoprì che alcuni tipi di pigmenti a una temperatura di oltre 190° cambiano dallo stato solido a quello gassoso senza diventare liquidi. La tecnica venne raffinata e migliorata per renderla commercializzabile negli Stati Uniti e poi reimportata in Europa tramite un commerciante tedesco. Aumentando nel tempo i quantitativi e l’ampliamento del portafoglio di prodotti stampabili si sono ridotti i costi di produzione divenendo più interessanti per un ampio mercato.
Il procedimento
Il soggetto grafico viene stampato tramite una stampante digitale in modalità specchiata su carta transfer. Questa carta transfer in un secondo procedimento viene appoggiata sul tessuto e pressata tramite termopressa (es. tipo Siser o Lotus) o una calandra (es. Flexa o Transmatic) a una temperatura da 180° fino a 230° C. Il calore attiva il procedimento di sublimazione attivando la trasformazione dell’inchiostro dallo stato solido a quello gassoso senza passare dallo stato liquido. Il ‘gas’ colorato viene assorbito dalle fibre e colora il supporto. La stampa è molto resistente contro raggi UV e altri eventi atmosferici. I risultati cromatici sono eccellenti e la risoluzione raggiunge e oltrepassa anche i 1440dpi. Una tecnica quindi adatta per la riproduzione di immagini e grafiche a colori e per soddisfare le più alte richieste qualitative. Non ci sono differenze tattili tra la parte stampata e quella non stampata essendo il pigmento di colore penetrato nella fibra del tessuto. Il procedimento sublimatico è adatto a cicli produttivi industriali e artigianali.
La qualità finale della stampa viene determinata anche dai pre- e posttrattamenti del tessuto stesso. Tramite il pretrattamento, le gocce di inchiostro penetrano nelle fibre senza spandersi in modo incontrollato. E il trattamento finale è decisivo perché ogni tipo di fibra ha proprietà diverse e reagisce diversamente ai vari trattamenti di post-stampa come quello a vapore, il lavaggio e la calandratura.
Un vincolo potrebbe essere visto nel fatto che i tessuti devono essere sintetici in fibra di poliestere, elastam, microfibra e necessariamente di colore bianco. Ma anche in questa direzione gli sviluppi vanno avanti e delle nuove soluzioni vengono proposte dalla tedesca Multiplot (articolo a pagina 38-39 di Pubblitec 01/2016) con il primo procedimento sublimatico per tessuti senza alcun contenuto di poliestere come il cotone.
Tramite la stampa sublimatica viene stampata la maggior parte dell’abbigliamento sportivo come per il ciclismo, calcio, sci, running e tanti altri oltre ai molti tessuti sintetici per l’arredamento, abbigliamento, bandiere e gadgets pubblicitari. Il processo di sublimazione non funziona su tessuti colorati perché i pigmenti degli inchiostri sublimatici non vantano un’altissima densità cromatica – sono abbastanza trasparenti e lascerebbero trasparire troppo un eventuale colore di sfondo compromettendo sensibilmente il risultato cromatico.
Nuovi inchiostri permettono la stampa diretta su supporti tessili – senza l’ausilio di carta trans-fer – passando immediatamente dopo il processo di stampa in un forno ad infrarossi che attiva il processo di sublimazione. In questo caso aumenta anche la penetrazione dell’inchiostro che è un effetto desiderato soprattutto per bandiere simulando la stampa bifacciale. Le tecnologie per la stampa sublimatica diretta potrebbero essere quelle della D.Gen, ATP-Color o Durst. Le differenze tra questi player sono varie ma la più evidente sta nello step della sublimazione: mentre D.Gen e Durst lavorano con un forno all’interno della stampante la ATP Color è attrezzata con una calandra integrata.
Perché questa rubrica
Ci siamo chiesti se la stampa tessile per soft signage – la stampa tessile per prodotti pubblicitari come bandiere, coperture tessili, cornici a telo tensionato ecc. – possa essere un mercato da valutare per le aziende grafiche attive nella stampa digitale di grande formato. La stampa tessile non apre solo le porte al soft signage in termini di comunicazione pubblicitaria ma anche a varie possibilitá nella decorazione di interni. Tende, coperture tessili per sedie e divani, plafoniere o cornici con teli tensionati hanno ampia ragione di esistere ed essere serviti tramite gli operatori del nostro settore.
Sulle seguenti pagine riportiamo le opinioni, ragionamenti e consigli da parte dei professionisti di questo mercato per poi presentarvi alcune stampanti sublimatiche tessili di vari livelli di investimento che potrebbero essere interessanti per valutare l’apertura per il mercato al soft signage. Ovviamente le fiere ITMA e Heimtextil ci hanno dato sufficientemente supporto per approfondire l’argomento.
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