Il Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2016: idee, esempi e proposte concrete di un’architettura al servizio dei beni comuni. Con un invito all’azione che prosegue ben oltre la chiusura della mostra
Credits ph: Andrea Avezzù
Un grande contenitore ‘pop’ di un’architettura metabolica in grado di restituire più risorse di quelle richieste per la sua realizzazione in termini di cultura, conoscenza, coesione sociale, senso di appartenenza, valore economico. Nei 6 mesi di apertura, il Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2016 Taking Care, progettare per il bene comune – curato dal team TAMassociati, Massimo Lepore, Raul Pantaleo, Simone Sfriso – ha offerto idee, esempi e proposte concrete di un’architettura replicabile, comprensibile e adattabile a esigenze comunitarie. Partecipativa, generatrice di processi aperti. Ad alto tasso di creatività e a basso costo. Dalla sala-cinema all’allestimento nell’area di pertinenza nel Giardino delle Vergini, passando per la rassegna fotografica, i maxi-pannelli e la messa a fuoco degli elementi portanti della mostra (sezioni ‘Pensare’, ‘Incontrare’ e ‘Agire’), il percorso espositivo ha raccontato di modalità, potenzialità e realizzazioni di un’architettura responsabile, proattiva e attenta ai contesti sociali.
Un’esposizione che ha suscitato vivo interesse presso gli addetti ai lavori ma non solo, trasformando le tese del padiglione in un laboratorio di confronto. Nel continuo andirivieni di visitatori, hanno trovato spazio innumerevoli visite guidate, incontri e meeting. Su tutti, il programma d’iniziative ideate dalla DGAAP d’intesa con TAMassociati che hanno coinvolto i neoiscritti di alcune Facoltà di Ingegneria e Architettura italiane (Padova, Reggio Calabria, Siracusa, Alghero, Roma e Mantova) e i workshop di formazione sul tema dell’architettura sociale e del ruolo fondamentale dell’architettura nei contesti periferici.
Non a caso, gli esiti del concorso di idee per la riqualificazione delle periferie italiane promosso da MiBACT-DGAAP e CNAPPC sono stati annunciati nel Padiglione Italia lo scorso novembre. Periferie cui MiBACT e DGAAP danno una costante e crescente attenzione, anche attraverso la promozione di un’architettura attenta quale strumento di pretesa e difesa di diritti.
Valori e diritti quali legalità, salute, abitare, ambiente, istruzione, cultura, gioco, scienza, alimentazione e lavoro hanno trovato dunque nel padiglione una ‘casa comune’ (di riciclo) in progetti (originali) protagonisti di percorsi di rigenerazione urbana e peri-urbana.
Da Casal di Principe a Tor Marancia, da Milano a Torino a Saragozza, da Gerusalemme a Bologna, dal Trentino all’Emilia, passando per Messico, Lombardia, Svizzera e Sicilia, sono stati selezionati 20 progetti reali, anche inediti, che sono altrettante diverse declinazioni del concetto di bene comune. Realizzati da architetti italiani – alcuni dei quali oggetto di ‘menzioni speciali’ dal CNAPPC nella recente ‘Festa dell’Architetto’ – o da studi con forte componente italiana (16 realizzati in Italia, 4 all’estero) hanno rivelato come l’architettura possa fare la differenza e narrato storie di luoghi e comunità.
Un padiglione i cui contenuti sono esplosi nella sezione ‘Agire’, dove l’indicazione di attenzione alle periferie da parte del MiBACT-DGAAP ha dato spazio a una progettazione esecutiva congiunta tra giovani architetti e associazioni di volontariato ben radicate e attive nel territorio italiano. Obiettivo: realizzare con una piattaforma di crowdfunding civico (la prima in Italia dedicata alle periferie) 5 architetture mobili pronte a intervenire in aree di difficoltà ed emarginazione sociale. Per diventare, gestite dalle associazioni, una biblioteca, un ambulatorio, un’unità di monitoraggio ambientale, un polo antimafia e un centro multi-sport. Tutti on-the-road. Per far sì che siano i diritti a raggiungere, presidiare, ricucire e fecondare le zone grigie del Paese.
Taking Care – come hanno affermato i curatori sin dall’inizio – era un progetto che, nato nel Padiglione Italia, avrebbe avuto un futuro concreto al di fuori di esso. A oggi, l’aiuto dei sostenitori ha fatto sì che un dispositivo sarà consegnato a breve, un altro verrà allestito entro fine anno e un terzo sia in parte già finanziato.
takingcare.it