Solido, liquido, gassoso: i tre stadi che l’inchiostro deve affrontare con la stampa sublimatica su diversi tessuti

La stampa a sublimazione è il processo di trasformazione dell’inchiostro, che a contatto con il calore si trasforma in gas e si unisce in maniera omogenea e stabile alle superfici in poliestere. La grafica viene stampata su carta a trasferimento termico formata da due strati: il primo con un trattamento antiaderente, e il secondo contiene una pellicola in grado di assorbire l’inchiostro della stampante, successivamente tramite una apposita calandra o pressa, si trasferisce l’immagine sul tessuto tecnico. Il risultato è una stampa indelebile, permanente e difficilmente deteriorabile. Il processo di stampa è particolarmente adatto per l’abbigliamento tecnico e sportivo poiché l’inchiostro non altera la capacità di traspirazione e la leggerezza dei tessuti. L’unico limite di questa tecnica di stampa è che si può usare solo su tessuti di colore bianco al 100% e su tessuti in poliestere o sintetici. Solitamente, si utilizzano materiali in poliestere, tessuti e non, che, a 170°, allentando la loro struttura molecolare, permettono al colorante di combinarsi con il materiale in maniera permanente e resistere a graffi, stress o decadimenti di colore. Il risultato finale permette di avere una superficie o un tessuto perfetto, senza alcun rilievo o spessore, lavabile e che conserva, in caso di stampa su tessile, la trama propria del materiale.
Come per la stampa digitale anche la stampa a sublimazione non prevede l’onere dei costi fissi della serigrafia dati dalla realizzazione dei teli sergrafici, garantendo un buon prezzo anche per tirature limitate.

 

Com’è il mercato
La tendenza attuale di personalizzazione rispetto a 10 anni fa è migrato in buona parte sul digitale, questo perché si abbattono di molto i costi di sviluppo e le tempistiche con il quale vengono personalizzati i capi di abbigliamento; se prima la serigrafia era la tecnica in assoluto preferita per la personalizzazione, oggi a seconda delle esigenze del cliente è possibile scegliere tra diversi tipi di stampa tra cui la stampa digitale diretta sul tessuto e la sublimazione, tecniche che permettono di personalizzare e stampare anche un solo capo di abbigliamento. Il mutamento di questo mercato ha creato uno squilibrio da non sottovalutare, infatti oggi l’offerta supera di gran lunga la domanda!
Il cliente, con tutte le tipografie presenti online e non, sa a chi affidarsi e quindi spesso è attratto dalle super offerte di prodotti a prezzi accattivanti, proposte da tipografie che per sopravvivere fanno di tutto un po’ e abbassano il prezzo pur di acquisire la commessa. Ma questo “gioco” crea una pessima credibilità nel mondo della tipografia! Fabrizio Selis sottolinea che: “Chi effettua personalizzazioni è un artigiano, pertanto il vero costo è il tempo di lavorazione. L’imprenditore che ha tutte le diverse tecnologie necessarie per la personalizzazione, utilizzerà la più idonea. Purtroppo chi invece dispone di una sola tecnologia  e non dispone di quella ideale per un determinato lavoro, invece di collaborare e passare il lavoro ad un collega, esegue comunque il lavoro in tempi molto più lunghi, adeguandosi comunque al prezzo di mercato della tecnica più corretta, con la convinzione che comunque sia un’operazione corretta da fare per tenere il cliente. Questo significa fare buoni lavori ma nel modo sbagliato, perchè, oggi, con le diverse tecnologie a disposizione, stampare male è molto difficile, ma sbagliare la tecnica da adottare è molto facile.”
Le tipografie vincenti sono quelle che con una buona tecnica e un ottima comunicazione, quindi sito web sempre aggiornato, pagina Facebook, contatti Whatsapp, propongono al cliente una comunicazione accattivante e ricercata per promuovere la propria azienda, creando un rapporto di fiducia e di stima. Soprattutto con le nuove tecnologie di comunicazione come Whatsapp il rapporto tra azienda e cliente si è ottimizzato: tra un’emoticon e l’altra il cliente può richiedere informazioni o lo stato di avanzamento del suo progetto in ogni momento.
Parola d’ordine: “Cliente soddisfatto cliente assicurato!” Controproducente: puntare sul prezzo basso e sulla quantità di prodotti da personalizzare.

 

I tessuti
I tessuti tecnici presenti sul mercato sono molteplici; non esiste un numero specifico perché la composizione del tessuto molto spesso è la stessa personalizzata sulla base delle specifiche richieste dai committenti. Il mercato, in genere, si divide in tre grandi categorie, in funzione delle fibre utilizzate:
1) Tessuti con fibre naturali (organiche, non organiche): i filati naturali resistono maggiormente alle alte temperature e ai cicli di lavaggio ed asciugatura, alla tenuta del colore e all’ancoraggio di tutti i film su qualsiasi capo di abbigliamento.

2) Tessuti con fibre sintetiche (Poliestere, Poliammide, Lycra, Nylon): i filati sintetici, in particolar modo il Nylon e il Poliestere, presentano aspetti più delicati, per il primo legati soprattutto all’ancoraggio dei film sul supporto, dovuto talvolta a dei Nylon di bassa qualità o troppo resinati.

3) Tessuti tecnici, prodotti in percentuale diversa tra filati naturali e filati sintetici. Per il Poliestere invece, colorato e/o stampato quasi esclusivamente con un processo di sublimazione, si tende a notare la migrazione dei pigmenti sul film termotrasferito, che dà luogo a fastidiosi aloni colorati (per evitare quest’ultimo problema, B-Flex consiglia di utilizzare un film barrierante).

I tessuti tecnici che vanno per la maggiore sono: Poliestere, Elastam, Nylon, Viscosa e Microfibra. Questi tipi di tessuti eccellono nella capacità di scambio termico, nella resistenza meccanica e nella durata; inoltre coniugano comfort, resistenza, facilità d’uso e di manutenzione con il design. Le fibre tecniche sono progettate e realizzate per fornire prestazioni non raggiungibili dalle fibre tessili tradizionali!
La sublimazione è realizzabile su tutti i tessuti tecnici, l’unica accortezza sta nello stampare esclusivamente su capi bianchi!

 

La stampa
Oggi per stampare t-shirt esistono diverse tecniche di stampa, serigrafia diretta o indiretta, applicazione a caldo di film in poliuretano o PVC intagliato con un plotter, transfer a toner laser, stampa digitale diretta con ink base acqua, sublimazione con ink base acqua.
Se parliamo di stampa serigrafica, in base al tipo di tessuto su cui dovremmo andare a stampare è necessario valutare con cura la scelta dell’inchiostro e la successiva asciugatura, mentre per la sublimazione il procedimento è molto più lineare ed è specifica per tessuti tecnici/sintetici. Nella stampa sublimatica può capitare che i colori trasferiti dal foglio al capo siano opachi, in questo caso bisogna tarare manualmente il profilo colore prima della stampa sul foglio.
Un’altra cosa su cui porre attenzione è la pressione che si adopera nel trasferire il disegno dal foglio al tessuto. La pressione non deve essere eccessiva, altrimenti il colore mentre sublima potrebbe espandersi lungo le trame dei tessuti e lasciare un alone.
Nel caso delle tirature con la sublimazione non ci sono limiti imposti… se si desidera si può stampare quanto si vuole, diciamo che i costi, superata una certa quantità iniziano a non essere vantaggiosi. Riccardo Delicati della Vioel srl afferma che: “Dai 15-20 pezzi in poi, noi personalmente se il disegno da riprodurre lo permette, preferiamo fare serigrafia.” La stampa diretta è un ottimo sistema per stampare soprattutto t-shirt di cotone di colore chiaro poichè evita il primer ma è adatta anche a tutti i materiali sintetici, ovviamente scegliendo inchiostri di qualità e adatti al materiale sintetico e ponendo attenzione al fissaggio a caldo, la stampa DTG velocizza i tempi di produzione e contiene i costi sulle stampe multicolore. Gli inchiostri utlizzati sono soprattutto a base acqua ed anche negli inchiostri Plastisol serigrafici hanno eliminato PVC e Formaldeide.

 

Durabilità
Le variabili sono molte e dipende da come viene effettuata la stampa, diciamo che, con la tecnica della sublimazione se fatta correttamente, la durata è eterna.

 

Il T-shirtaro
La qualità, è facile da raggiungere, la cosa più importante è quella di saper analizzare i costi del processo ed i tempi di lavorazione. Non essendo semplice Fabrizio Selis propone corsi in tutta Italia per informare, tanto da creare una nuova figura professionale specializzata sulla personalizzazione della t-shirt, “Il T-shirtaro”. Il T-shirtaro è colui che lavora soprattutto nell’efficacia della comunicazione pubblicitaria, conosce le diverse tecnologie, sa analizzare un file grafico per stampare o far stampare con la giusta tecnologia e sopratutto per differenziarsi nel mercato, sa trovare il punto di incontro tra i diversi sistemi facendoli interagire tra loro, serigrafia con sublimazione, serigrafia con plotter stampa e taglio, serigrafia con DTG e serigrafia con ricamo.
Grafico, copywriter ed il marketing vengono prima di qualunque sistema di stampa, non si può più aprire un’attività di grafica pubblicitaria senza competenze.

 

Ez/ki6

 

b-flexitalia.com
marketscreentypographic.com
vioel.com

 

L’evoluzione del mercato secondo Fabrizio Selis
Fabrizio Selis, socio e responsabile marketing di Market Screentypographic Srl: “L’azienda sarda è nel mercato mercato della grafica, stampa e della comunicazione pubblicitaria dal 1989. Il “dottore” del settore grafico era il tipografo: viso cupo, camice nero, poche chiacchiere e subito al sodo. La tipografia decideva l’impostazione grafica ed il messaggio pubblicitario per il cliente che ne riconosceva la professionalità. Per richiedere un lavoro in tipografia serviva la programmazione e per ordinarlo e ritirarlo servivano i soldi, non si andava a credito. La serigrafia invece veniva vista come attività di fascia inferiore rispetto alla tipografia. Il serigrafo meno imprenditore, più artista e spesso improvvisato. Ogni richiesta di stampa per il serigrafo era una sfida con se stessi ed il tanto impegno che sempre dedicava, non gli era mai stato riconosciuto. Con il passare degli anni, l’arrivo del computer e relative periferiche digitali, cominciarono a creare una spaccatura tra chi vedeva oltre e chi per sentirsi più sicuro non voleva abbandonare la vecchia strada. Negli anni, l’avanzare della tecnologia ha fatto scomparire figure professionali e creato nuove. Oggi, per fare impresa nel nostro mondo, serve flessibilità come primo elemento, creatività come secondo, ma creatività non solo per creare loghi o campagne pubblicitarie, ma anche per gestire attività, personale e clientela. Oggi la tipografia è scomparsa, esiste solo ad alti livelli con attrezzature molto costose e si compete solo sulla base del prezzo e dei tempi di consegna. Al tipografo o stampatore offset non gli viene più riconosciuta la professionalità e competenza di una volta, oggi si va in tipografia con il lavoro grafico già pronto. Per il serigrafo, che in generale è sempre stato passivo sul mercato facendo ciò che il cliente chiedeva, arrivarono già nel 2007 nuovi sistemi tecnologici per la personalizzazione. Questo rappresentò una grande opportunità per il cambiamento. Cambiamento nel senso di rinnovamento facendo sempre e comunque tesoro del passato. Arrivarono i plotter Roland stampa e taglia per il vinile adesivo, i transfer laser ed i transfer di film da intaglio in PVC. Poi, a seguire, la Goccopro per la preparazione del quadro in digitale, stampanti dirette UV di piccolo formato per la stampa del promozionale, DTG per la stampa diretta sul tessuto e la sublimazione, ma non tutte le serigrafie riuscirono a percepire la rivoluzione della stampa tanto che altre categorie ne approfittarono e presero il loro posto, categorie come studi pubblicitari, studi grafici, ricamifici e copisterie. Perché le aziende grafiche riconquistino la propria figura professionale è necessario aggiornare le proprie competenze, ma possedere tutte quelle necessarie è quasi impossibile, quindi è necessario fare squadra con altri professionisti specializzati in altro. Ho iniziato questo percorso formando gruppi professionali per miei clienti ed il risultato è stato molto positivo, aiuta a riflettere e crea un percorso di crescita professionale.”

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