A colloquio con Massimo Costa, responsabile InkJet Italia Agfa, per capire in che direzione sta andando il digitale e su quali mercati avremo maggiore sviluppo
Nuovo appuntamento con Pubblitec: “Facciamo alle 11?” è una serie di interviste (svolte presso Allestire Decor Lab) rivolte ai protagonisti del mondo dei sistemi di stampa per comprendere le evoluzioni del settore e come per gli operatori sia possibile leggere lo sviluppo della propria azienda in funzione delle tecnologie oggi e domani a disposizione. Il primo incontro ha visto Massimo Costa, responsabile Ink jet Italia di Agfa, illustrarci il panorama del mercato soprattutto in funzione della tecnologia UV, quali settori sono più interessanti e quali prospettive per il prossimo futuro.
Iniziamo tracciando un breve profilo dello stato attuale del mercato e quali sono i settori più interessati alla contaminazione “digitale”
Massimo Costa: Il mondo della stampa digitale wide format è in continua evoluzione e il mercato ancora in crescita. I trend che regolano questo mercato spingono i fornitori a sviluppare soluzioni che combinano un aumento della qualità abbinata ad un aumento della produttività per far fronte alla domanda del mercato. L’Industria 4.0 ha dato poi un grande impulso allo sviluppo, portando le aziende a ragionare sull’innovazione. Il tessuto produttivo del mercato della comunicazione visiva è fatto di alcune grandi industrie e moltissime realtà medie e medio-piccole: naturalmente l’ innovazione tecnologica portato dal concetto di Industria 4.0 parte necessariamente dai grandi gruppi industriali, ma sta arrivando anche sul tessuto produttivo medio, perché in fondo si tratta di analizzare la propria realtà, studiarne le economie di scala e dunque investire per migliorare le peculiarità che possono differenziarla sul mercato. E in questo senso l’Italia è allineata agli altri Paesi Europei. Inoltre per la stampa digitale wide format si stanno aprendo nuovi mercati: il packaging è sicuramente tra i primi per sviluppo e potenzialità, dove vengono richiesti oltre alla qualità e alla produttività dei sistemi anche automatismi e integrazione nel ciclo di produzione. Qui le tecnologie attuali si sdoppiano in base all’utilizzatore finale: macchine Single Pass per le aziende High-End, macchine multipass scelte dalle aziende Mid-end oppure per come primo investimento necessario ad acquisire quelle competenze tecnologiche indispensabili per affrontare investimenti più complessi e importanti. Nel mercato del visual assistiamo non solo ad uno sviluppo indirizzato su qualità e produzione ma anche una ricerca di soluzioni maggiormente differenzianti e che spesso si concretizzano sullo sviluppo di soluzioni più verticali. La nobilitazione della stampa e l’effetto wow diventano sempre più importanti. La stampa UV, che per Agfa è core business per quanto riguarda la stampa ink jet, offre maggiori vantaggi nella ricerca di queste soluzioni dedicate all’interior design: stampe con rilievi, stampe lenticolari, vernici speciali offrono la possibilità di realizzare effetti particolari per diversificare i prodotti stampati. In Agfa ci riferiamo ad una Elevated Print quando indichiamo prodotti stampati con utilizzo di questi effetti. Un elemento importante di Agfa per la ricerca di un miglioramento qualitativo è l’introduzione di inchiostri ad alta pigmentazione, che abbinati alle teste di stampa a 7/12 picolitri fissi raggiungono un miglioramento qualitativo con spessori di inchiostro più bassi per colori più brillanti Consideriamo poi che la tecnologia UV Led, utilizzando luce fredda, non scalda i supporti e contiene il rilascio di odori ed aumenta anche la gamma dei media stampabili.
Quali sono i sistemi che Agfa propone e a quali mercati in espansione?
Massimo Costa: Agfa sta lavorando per offrire sistemi sempre più qualitativi dal punto di vista della qualità di riproduzione e con produttività elevata. Infatti il nostro nuovo claim è: Extreme Quality / Extreme Productivity. Siamo arrivati nella gamma Jeti a una produttività di 250/300mq/h con qualità “vendibile” (con picco massimo di velocità a 450mq/h). I sistemi Jeti sono i più flessibili, essendo roll/ibridi/flatbed; can carri teste che stampano a 6 colori + bianco + primer o vernice. L’ultima nata, Jeti Tauro H3300, monta 60 teste di stampa totali (su 6 file) con area di lavoro di 3,3 metri e possibilità di stampare su materiali fino a 5 centimetri di spessore. Sono sistemi altamente produttivi indirizzati ai settori del Visual, della cartotecnica, agli scatolifici e alle aziende di packaging. I sistemi Anapurna invece sono soluzioni mid range che utilizzano teste Konica Minolta a 6 colori + bianco, con area di stampa fino a 3,2 metri. Inoltre da un po’ di tempo si parla del tessile come nuova frontiera di sviluppo della stampa digitale. Alla base c’è la volontà di sostituire il PVC come supporto principe, e i tessili in questo senso offrono eccellenti performances. Tra queste soluzioni Agfa ha in portafoglio un prodotto chiamato Avinci.
Abbiamo parlato di sistemi di elevata produttività, rivolti alle medie e grandi aziende. Ci sono progetti interessanti invece per la grande industria?
Massimo Costa: Per quanto riguarda le soluzioni industriali, Agfa sta portando avanti un paio di progetti importanti e significativi. In Italia abbiamo installato presso una conceria un sistema di stampa per la pelle naturale che va a integrarsi nei processi produttivi tradizionali, garantendo con speciali trattamenti una elevata qualità di riproduzione e il mantenimento della morbidezza della pelle dopo la stampa. Un secondo progetto è invece in corso all’estero, presso un noto produttore di pavimentazioni in PVC. Con questa azienda è stato sviluppato un sistema di stampa basato su tecnologia Agfa che utilizza però dei nuovissimi inchiostri a base acqua. Per Agfa si tratta di una vera e propria novità, avendo sempre puntato sulla tecnologia UV. Un sistema di stampa a base acqua darebbe sicuramente nuovi impulsi di sviluppo anche in altri ambiti industriale.
Possiamo dare un’indicazione di massima dell’investimento da fare a una piccola/media azienda del settore della stampa per aumentare la propria competitività?
Massimo Costa: In linea di massima per aziende con fatturati intorno o superiori al milione di Euro, un investimento tecnologico sostenibile potrebbe essere un sistema della famiglia Jeti. Aziende più piccole potrebbero puntare a sistemi meno performanti ma comunque altrettanto qualitativi, nella linea Anapurna. In entrambi i casi l’investimento deve essere fatto sulla scorta di una vera analisi del mercato su cui agire, individuando le famiglie di prodotti e i comparti su cui puntare. L’ampliamento del parco tecnologico non sempre avviene per ampliare l’offerta a tutto tondo, ma potrebbe aumentare la produttività e la qualità dei prodotti di base inserendo un paio di novità. Un sistema più produttivo e flessibile offre incrementi di produzione, ma occorre costruire prima di tutto la domanda. Come farlo dipende molto dagli obiettivi, ma di base serve aumentare la conoscenza sulle possibilità che il digitale oggi offre, sperimentando e trovando sinergie con i propri clienti attuali e futuri. Quello che sta facendo Allestire Decor Lab, mostrando al mondo degli architetti come il digitale è una risorsa nei progetti di decorazione e per la personalizzazione degli ambienti.
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