Uno dei plus offerti dalla stampa digitale nell’interior decoration è quella di poter coordinare colori, disegni e stili per realizzare ambienti unici e personali

Poter coordinare diversi materiali partendo dalla stessa grafica da vita d ambienti unici e personali (Foto: Alpac)

Uno dei mercati sicuramente più interessanti per la stampa digitale è quello dell’interior decoration (comprendendo anche l’interior design e le finiture di interni). In principio fu la carta da parati, il prodotto che proprio all’utilizzo di sistemi di stampa digitale sta vivendo una seconda giovinezza, e a seguire sono arrivate molteplici applicazioni e prodotti che proprio grazie a queste tecnologie sono stati proposti per creare qualcosa di unico e personale all’interno degli ambienti.
Dobbiamo fare però una piccola precisazione: se la carta da parati, in quanto prodotto finito, ha immediatamente beneficiato del trend positivo dato dalla possibilità di creare e ordinare on line quanto richiesto, per altri prodotti o decorazioni questo processo è ancora in atto, e il digitale diventa spesso un servizio offerto dai produttori per creare collezioni particolari.
Il vero punto di svolta per questo settore sarà (e dobbiamo ancora usare il futuro) quando le aziende coinvolte in questo processo creativo di servizio riusciranno a far passare un messaggio nuovo per il mondo del design e dell’architettura, cioè quello della personalizzazione coordinata. Ma cosa significa? Semplicemente che posso realizzare, a partire da copia 1, qualsiasi tipo di decorazione, su qualsiasi materiale o prodotto, rendendolo quindi unico per design e decorazione e nello stesso tempo coordinato al tema dominante dell’ambiente in cui inserirlo. E questo passaggio passa necessariamente attraverso i creativi, architetti, arredatori e designer. Difficile pensare alla nostra signora Maria che si mette a elaborare un file di stampa, o crea una modellazione 3D per creare il proprio oggetto unico, o anche solo possa intervenire su materiali e oggetti già in proprio possesso per renderli diversi, unici, coordinati.
Aspetto su cui torneremo tra poco, raccontando proprio l’esperienza che in questo senso stiamo vivendo con Allestire Decor Lab, il laboratorio di decorazione di via Tortona 31 a Milano. Per meglio comprendere il quadro di riferimento, dobbiamo prima di tutto definire un paio di punti fermi. La stampa digitale (intesa come sistemi di stampa a 360 gradi e come sistemi di taglio e incisione) oggi permette di decorare qualsiasi tipo di materiale, con qualsiasi soggetto e con una qualità eccellente. Non entriamo nel merito del tipo di tecnologia (non importa se UV, Latex o nanopigmenti), la nostra attenzione deve concentrarsi sulle possibilità, capire come gestire al meglio un processo nuovo e diverso rispetto al mondo visual e a quello dell’exhibit design, soprattutto comprendere come non si tratti di una possibilità aperta solo alle grandi imprese, ma anzi estremamente facile come approccio anche per artigiani digitali e piccole realtà. Facciamo un breve quadro di riferimento.

Voglio entrare nel mondo della decorazione di interni…

Coordinare non significa solo usare la stessa grafica su ogni superficie, ma anche creare dei rimandi di stile e di tema (foto: Alpac)

Innanzitutto devo capire chi sarà il mio cliente, il mio interlocutore. Potrebbe essere l’industria (o la distribuzione), a cui propormi come partner per lo sviluppo di collezioni particolari; oppure il designer architetto, a cui posso propormi come fornitore di un servizio; o ancora al privato, da servire non solo con la stampa dei materiali ma anche come consulente e sviluppatore di grafiche e decori. Possono sembrare sostanzialmente la stessa cosa, ma il presupposto è molto diverso. Ipotizziamo ad esempio l’industria, potrebbe essere quella del mobile, dove con i miei sistemi posso offrire un servizio di personalizzazione che va a integrarsi con la loro produzione in serie e poter quindi loro stessi soddisfare richieste particolari (pensiamo ad esempio alla personalizzazione degli arredi per un Hotel, un ristorante, un punto vendita, ma anche ai pannelli per una cucina passando attraverso i distributori/rivenditori di marchi industriali). In questo caso il servizio avviene quasi esclusivamente con la stampa di materiali su input creativi proprietari, o comunque forniti. Nel caso del progettista, più o meno vale lo stesso ragionamento: sarà lui ha creare grafiche soggetti, decori, ma probabilmente dovrò offrire anche un servizio di elaborazione dei file, di sviluppo dei soggetti per le diverse applicazioni, di consulenza sulla scelta della migliore soluzione in funzione del materiale da decorare. Per il privato, invece, dovrò spesso propormi come partner globale, proponendo anche la grafica, il suo sviluppo e la consulenza sui materiali; spesso potrebbe anche dover acquistare oggetti e materiali da personalizzare o stampare, quindi dovendo fare anche magazzino. Se le differenze tra le tre tipologie (che potremmo poi andare a sub-articolare in decine di casi specifici) sembrano minime, di fatto implicano una organizzazione completamente differente, sia a livello di tempi che di personale: se devo solo stampare avrò magari necessità di implementare la produttività dei sistemi, se devo fare da consulente per il progettista avrò necessità di personale in grado di dialogare con il professionista e di sviluppare quanto serve prima della fase produttiva; se devo servire il privato dovrò pensare magari a un servizio on line di scelta, attrezzarmi con una libreria di immagini e texture, attrezzarmi con un servizio di consegna veloce, e magari con un arredatore/designer interno che possa offrire anche una consulenza diretta. E questi non sono aspetti da trascurare, soprattutto se si tratta di una scelta di ampliamento per l’azienda di stampa, quindi non solo con un investimento in tecnologia ma anche a livello di organizzazione e struttura.

Ho fatto una scelta, ho la struttura, ma cosa offrire?

Fatta questa prima analisi e scelto il target su cui propormi, devo poi fare una seconda scelta importante: che prodotti? Se l’assioma di prima, “con la stampa digitale posso decorare tutto”, è altrettanto vero che in questo caso la scelta della tecnologia potrebbe condizionare il tipo di prodotto/servizio che posso offrire: un sistema roll, un flatbed, un ibrido; utilizzo di inchiostri Latex, Ecosolvent o UV; stampa diretta su tessuti o con sublimazione; e senza pensare alle lavorazioni come incisioni e intarsi. Se voglio lavorare per l’interior decoration dovrò fare una scelta sul tipo di prodotto: per una carta da parati posso scegliere un sistema roll, Latex o UV; se voglio decorare mobili, pannelli o pavimenti avrò bisogno di un sistema flatbed; se voglio servire il mondo del tessile o del fashion dovrò prima individuare il tipo di mercato e di materiale e scegliere quindi la tecnologia più adatta.

Faccio fatica a contattare gli architetti, i tempi sono lunghi…

Capita spesso, soprattutto per aziende provenienti dal mondo della visual communication, abituate a stampare e consegnare velocemente (spesso l’odine arriva con a frase mi serve per ieri…). L’architetto designer è un “pubblico” difficile: non conosce spesso la stampa digitale, difficilmente cambia i fornitori, sviluppa un processo di decorazione che necessita di step lunghi di campionature, controllo qualità, fedeltà dei colori e loro durata. È un processo lungo, che può dare molte soddisfazioni ma complesso da gestire se si punta solo su questo tipo di attività. Diciamola semplice: una carta da parati la può stampare chiunque nel mondo del visual, ma l’affermazione del brand o la conoscenza presso i professionisti del design può richiedere mesi, anni, e molti investimenti. E il paragone sarà sempre con i Wall Decò i Wall Pepper, gli Inkiostro Bianco, i Glamora, giusto per fare qualche nome, che sono specialisti su questo prodotto e fanno molta ricerca e investimenti in termini di stile, materiali e prestazioni. Ci vogliono pazienza e spalle larghe. Quello che stanno facendo da un paio di anni aziende come Gemanco Design, Nuova Digiservice e Printal, che hanno puntato su questo prodotto di decorazione ricercando un plus unico per differenziarsi dalla concorrenza.

Ma torniamo alla coordinazione…

La Leonardo Room era l’installazione Fuorisalone 2018 di Decorlab: un omaggio al genio dell’artista e un esempio della capacità stilistica offerta dalla decorazione digitale

Detto ciò, torniamo al punto di partenza: l’ambiente coordinato. In Allestire Decor Lab abbiamo sempre puntato sulla decorazione personalizzata e sulla capacità di offrire un decoro coordinato che abbracciasse tutte le componenti di un ambiente. Entrambe le visioni partono dalle considerazioni fatte prima, ma nel caso del coordinato emerge un ulteriore aspetto critico: la fedeltà di riproduzione sui diversi materiali e media soggetto di stampa. Stampare il legno, i materiali plastici, i tessuti, come le carte da parati o le pavimentazioni, è sicuramente fattibile e posso ottenere risultati eccellenti. Ma il cambio di supporto spesso prevede anche un cambio di tecnologia, quindi inchiostri diversi per resa e brillantezza. Uniformare questi aspetti, per garantire la massima rispondenza a prescindere dal supporto utilizzato, implica una profonda conoscenza non solo degli inchiostri e delle tecnologie, ma soprattutto dei materiali, del tipo di assorbimento dei pigmenti, dell’effetto che potrò avere utilizzando immagini o file grafici, se uso colori chiari o scuri, se serve una laminazione o una protezione (soprattutto pensando a tavoli, sedute, pavimenti, piani di appoggio). Ogni materiale reagisce in modo diverso, quindi dovrò sia conoscere bene il tipo di risultato ottenibile sia avere la capacità di intervenire in fase di definizione dei file (con i profili e le curve colore ad esempio). Si tratta di un’ulteriore complicazione in fase di contrattazione e elaborazione del progetto al fianco del progettista, ma anche un plus assolutamente impagabile nel creare un rapporto di fiducia con il professionista. Questo aspetto è sicuramente fondamentale per affermarsi nel mondo della decorazione di interni, perché spesso dovremo affrontare la decorazione di materiali completamente diversi da quelli a cui uno stampatore del mondo visual è abituato. Si tratta di fare prove, test e campionature, trovare il giusto equilibrio tra le diverse componenti e bilanciare i file per essere utilizzabili su diversi media, che si tratta della riproduzione di un piccolo logo o della stampa di grandi immagini. Un secondo aspetto spesso riguarda la continuità del decoro attraverso materiali diversi. In Decor Lab abbiamo voluto accentuare questo aspetto con alcune installazioni molto forzate dal punto di vista dell’immagine, ma perfette proprio per dimostrare questa possibilità, evidenziando i passaggi da un materiale all’altro, da un pavimento a una parte, a un mobile o un complemento, andando in questo caso ancora oltre in quanto i diversi prodotti sono stati realizzati da aziende diverse, con tecnologie diverse. Abbiamo dovuto interfacciarci con i nostri partner, capire che tipo di risultato potevamo ottenere in termini di brillantezza e uniformità cromatica, calcolare eventuali sorgenti di luce (o retroillumazione); ci siamo riusciti, e i risultati sono apprezzabili proprio in via Tortona, dove gli ambienti mostrano questo tipo di analisi e progettazione stilistica, combinando materiali diversi sotto un segno grafico unificatore e coordinato. E lo stanno capendo anche gli architetti e i progettisti che vengono ai nostri workshop ed eventi, e comprendendo questo aspetto si apre sempre di più la loro accettazione di quanto il digitale può offrire, in termini di decorazione, di personalizzazione, di coordinazione.

Gc/ki6

decorlab.it

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