La Baseggio Pubblicità è nata nel 1985 come studio grafico. Successivamente le esigenze e l’apprezzamento dei suoi Clienti l’hanno portata ad occuparsi, oltre alla traduzione visuale delle loro necessità, anche all’individuazione e interpretazione delle strategie dei loro obiettivi di comunicazione globale. In questo senso i problemi e le esperienze affrontate vanno dai temi legati al prodotto come a quelli istituzionali della company image.

Luciano Baseggio, titolare della Baseggio Pubblicità: “Ogni Cliente è diverso ed ha una sua radicalizzazione nel territorio ed un bagaglio di conoscenze, esperienze e capacità uniche. Nostro compito è aiutare il Cliente ad individuare gli aspetti e i significati dell’azienda che hanno più rilevanza verso l’esterno e, soprattutto, dare ad essi una modalità di manifestazione del massimo beneficio, costruendo di volta in volta un vestito nuovo, espressione della sua realtà.

La stampa diretta. Una valida alternativa alle etichette (Foto: Baseggio)

Questa filosofia è una profonda convinzione che ci porta ad affrontare, ogni giorno, con stimolo sempre nuovo, problemi e temi, anche ripetitivi, certi che quanto già visto o fatto, da noi o da altri, non è riproponibile in una realtà dinamica e in sempre più rapida evoluzione. Non è ricerca del nuovo o del bello fine a se stesso insistentemente, ma la ricerca di chiarezza, intelleggibilità e personalizzazione di una comunicazione finalizzata all’utilità e beneficio del nostro Cliente”.
Continua Luciano Baseggio: “Lavoriamo da molti anni soprattutto con Aziende del food & beverage di notevoli dimensioni, orientate principalmente all’export, e con gruppi che producono anche oltre 100 milioni di bottiglie l’anno. La conoscenza di tutto il processo produttivo – della filiera del vino e degli alcolici, delle attrezzature, dei parametri utilizzati dai più di 50 Clienti del settore che ci onoriamo di servire – ci ha permesso, assieme ai tecnici di capsulatrici, etichettatrici ed altre attrezzature, di far apportare modifiche alle linee di produzione per migliorare applicazioni altrimenti non realizzabili”. Un approccio che nasce innanzitutto dalla conoscenza dei processi di stampa, su come interagiscono materiali e inchiostri, per trovare limiti e nuove possibilità di applicazione.
“L’esperienza trentennale su processi di decoro e di stampa – afferma Baseggio – nelle più diverse tecniche derivanti anche dal campo della moda e dell’articolo sportivo dove siamo presenti dall’inizio della nostra storia e dove la sperimentazione è quotidiana – come verniciatura, acidatura, serigrafia a 200/600 gradi C, tampografia, tipolitografia, elaborazioni ad alta frequenza, nobilitazioni con trasferimento termico e rilievo, sleever, sublimatico, rilievo sul vetro tramite gli stampi finitori, applicazione di elementi a infrarossi o ultrasuoni che non alterino la tensionatura del vetro – ci permette di cogliere limiti e procedure che utilizzano tali processi, riuscendo a trovare equilibri costi/risultati altrimenti impensabili ed indispensabili per strutture che producono milioni di bottiglie. La nostra attività in questi ultimi anni si è concentrata sulla ricerca di personalizzazione della bottiglia, e di tutto il packaging che ne consegue. Ci siamo dotati di una stampante Mimaki (serie UJF) UV con stampa del bianco, della quadricromia, del rilievo, del lucido e del primer con il successivo trasferimento dell’oro a caldo, con possibilità di stampare anche direttamente sulla bottiglia a tutto tondo imitando la serigrafia e su uno spessore massimo di 15 cm. Con questa stampante ci avviciniamo oltre al 95% del risultato tipografico (stampanti di questo tipo, adibite a questo scopo, ce ne sono pochissime in Europa). Naturalmente non ci occupiamo direttamente della produzione su larga scala, ma poter sperimentare direttamente le nuove frontiere di applicazione offerte dalle tecnologie digitali, ci consente di poter verificare direttamente ogni soluzione e idea a livello di prototipazione, e poter dare quindi indicazioni specifiche e dirette ai nostri partner per garantire il risultato che il cliente si aspetta. Fino a qualche tempo fa utilizzavamo anche un accessorio Kebab per questo tipo di lavorazioni, ma aveva un limite per quanto riguarda la parte conica, per cui abbiamo scelto di investire in una tecnologia più flessibile (con area di lavoro di 60x42cm) e in grado di gestire le diverse lavorazioni ed effetti senza problemi. I risultati sono eccezionali, e il nostro cliente ha una visione chiara e completa del prodotto che andremo a realizzare”.

Gc/ki6

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