Dalla collaborazione tra Accademia Italiana e i maestri del design del bagno con il marchio di arredo bagno specializzato in vasche, è nato un progetto smart per un nuovo concetto di SPA nell’ambiente domestico
Una vasca intelligente, integrata in una linea di arredi smart, in grado di dare vita a un nuovo concetto di Spa nello spazio domestico, rispettando ambiente, consumi e spazi contenuti: è Lavasca U, prototipo nato dalla collaborazione tra Ulrika Conca, studentessa di Accademia Italiana e Forma Aquae, azienda italiana di interior design d’eccellenza nel settore dell’arredo bagno, specializzata in vasche.
Allestire – Parliamo di questo concept. Cosa è Lavasca U?
Ulrika Conca – È un progetto che ha avuto una lunghissima evoluzione. È stato un percorso stimolante, che mi ha fatto capire che la nascita di un prodotto non avviene semplicemente alla sua creazione, ma presuppone un iter di ricerca, analisi, proiezione. Il progetto non è nato cercando qualcosa di nuovo: è come se fosse sempre stato li, serviva solo capire come farlo emergere, renderlo reale. Il briefing che Forma Acquae ci aveva dato era molto libero, non avevamo limiti, e questo è stato fantastico, perché mi ha permesso di poter applicare la mia visione personale. “Progettate divertendovi” ci è stato detto, e così è stato. Ho un approccio al progetto basato sull’ottimizzazione, è un po’ la mia forma mentis, e quindi nell’immaginare questo oggetto ho cercato un compromesso tra possibilità di avere diverse funzioni e minima occupazione dello spazio. Ho fatto ricerca, chiaramente, e sono rimasta colpita dalle Ofuro, vasche giapponesi con una forma racchiusa. Altra ispirazione è arrivata da una vaschetta per neonati, a forma di uovo, che ricorda un po’ il grembo materno, da quella sensazione di protezione, di benessere. All’inizio era una vasca, ma una volta messa su carta è emerso un grande potenziale, e quasi da sola ha preso forma il progetto di un oggetto che è si una vasca, ma anche un lavabo, e quindi lo sviluppo che è seguito è stato basato sull’analisi delle funzioni e dei riti che si compiono nell’ambiente bagno. Volevo un oggetto che fosse funzionale, esteticamente bello, ma soprattutto che si inserisse in ogni ambiente bagno, anche quelli più piccoli, senza dover sacrificare la vasca a favore della doccia per motivi di spazio. E in spazi più grandi, si possono mettere due vasche, che fungono anche da lavabo, e avere anche spazio per una doccia.
Allestire – Aspetto sostenibile…
Ulrika Conca – Un aspetto importante che ho seguito è quello di realizzare un progetto di ecodesign. E non si tratta solo di una scelta di materiali di riciclo o riciclabili, ma di inserirlo in un concetto di economia circolare, di risparmio di risorse, di gestione e manutenzione.
Le dimensioni contenute facilitano il trasporto, riducono i consumi di prodotti di pulizia, ottimizzano l’utilizzo dell’acqua e la temperatura. In più è un prodotto altamente personalizzabile, tanto dal punto di vista estetico quanto da quello del funzionamento, inserendo illuminazioni a led, elettronica di controllo, App per il controllo da remoto, accessori vari per cromoterapia e aromaterapia. In questo modo è un prodotto alla portata di diversi target, adatta a ogni visione dell’abitare e a varie tipologie di utilizzatore, rispondendo a un approccio psicologico di definizione degli spazi abitativi e dunque di soddisfacimento dei bisogni più o meno inconsci delle persone.
Tra gli accessori uno sgabello, con la stessa forma, che permette l’accesso anche ai più piccoli, ma che può integrare altre funzioni come ad esempio una bilancia. E da qui deriva anche il nome, Lavasca (lavello-vasca) U (per la forma), con un piccolo puntino che indica proprio gli accessori e la flessibilità.
Allestire – Come è cambiata la percezione dell’ambiente bagno, e dell’abitare in generale?
Ulrika Conca – Senza scomodare i ricorsi storici, con i bagni intesi come luogo sociale, ai nostri giorni il bagno è sempre stato visto come un luogo intimo, dove potersi isolare dal resto del mondo. Dal punto di vista estetico invece si spazia dall’ambiente da sfoggiare, quasi da rivista di architettura, a luogo in cui svolgere una funzione senza grandi pretese. Il periodo Covid ha permesso di tornare a ragionare su come questi ambienti rappresentino un bene rifugio, un nido di benessere, e le nostre case non erano pronte a un ritorno intensivo di utilizzo, mettendo in evidenza limiti e necessità nuove. Psicologia dell’abitare è cercare di captare quello che a ogni individuo serve per stare bene, e costruire quello che serve di conseguenza. E anche il bagno, nella sua essenza di luogo necessario, può tornare ad essere un luogo di rigenerazione personale. E se siamo in grado di offrire soluzioni a costi contenuti e senza spreco di spazio, significa che possiamo creare un luogo di benessere per tutti.